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Nome dell'opera

Città Invisibili

Descrizione

Questa serie di opere assume forme variabili, con dimensioni che oscillano tra 24×34 e 40×60 cm. È plasmata dalla resina poliuretanica, che custodisce al suo interno libri sapientemente tagliati e fresati, insieme a tocchi di acrilico. Un’opera bifacciale, che può essere esposta da un lato piatto, in cui le pagine dei libri si fondono in un dipinto, oppure dall’altro lato, dove gli elementi immersi emergono dalla superficie, rivelando in tutta evidenza la materia cartacea che compone l’opera stessa. Tra le pagine, di solito, troverai piccole pergamene adornate di dediche o citazioni. 

 

 La sequenza di libri incastonata nella tavola richiama in maniera stilizzata lo skyline di una città, con le sue case e i suoi palazzi. “Città Invisibili” è un omaggio letterario a Italo Calvino, ma possiede anche una dimensione più profonda: le storie raccontate da quei libri non sono più visibili nel senso tradizionale, non possono più essere “lette” come solitamente intendiamo. Invece, richiedono una nuova interpretazione attraverso un alfabeto diverso, quello della comunicazione visiva. La variazione dei colori tra le sequenze di libri rappresenta le differenze etniche e culturali che costituiscono il mosaico sociale e culturale delle nostre città. Rappresenta anche la sfida di far dialogare tra loro gli alfabeti diversi, ma celebra anche la bellezza delle diversità, che sono una ricchezza. 

 

 Forme, colori e texture si ergono come nuovi codici di lettura, un gioco di trasformazione del libro che, da strumento di comunicazione, diventa il soggetto della comunicazione. Perfino le parole tagliate si trasformano in elementi grafici, privi del loro significato etimologico e semantico, ma ricchi di simbolismo. I tagli e le lacerazioni dei libri simboleggiano rottura, provocazione e punto di partenza per una nuova vita possibile, una reinterpretazione di un oggetto antico e al tempo stesso sempre contemporaneo, capace di nuove narrazioni. 

 

 La scelta di utilizzare materiali di scarto provenienti dalla produzione industriale di legatoria è un filo conduttore che attraversa tutti i miei lavori, un’insegna dell’attenzione ai temi dell’ecosostenibilità e un invito a riflettere sulle opportunità offerte dal concetto di “scarto.”